Il Castello

Palazzo Storico

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Fu nel 1456 che Filippo Maria Visconti abbattuti gli antichi resti abbaziali costruì un castello con caratteri sforzeschi lombardi.

N el 1318 tutti i beni del monastero passarono sotto il controllo del signore di Milano, Matteo Visconti ma per quasi tutto il secolo il luogo visse un periodo di decadenza.
Una prima ripresa della vita del borgo si ebbe nel 1399 quando l’abate di Arona affittò a Manfredo Barbavara il castello e tutte le case di Fontaneto con i prati, i boschi, i diritti d’acqua. Barbavara fortificò il castello in un periodo di continui attacchi da parte di Facino Cane, conte di Biandrate. Tuttavia fu nel 1456, che Filippo Maria Visconti abbattuti gli antichi resti abbaziali, costruì un castello con caratteri sforzeschi lombardi.
Il castello aveva planimetria quadrangolare con quattro torri rotonde e due torrioni quadrati preceduti da rivellini all’ingresso e all’uscita. Le torri erano collegate da mura di cortina in ciottoli di fiume coronate da merlature laterizie alla ghibellina. Una strada coperta, ossia un camminamento sotterraneo, avvolgeva a cintura gli ambienti abitativi collegandoli alle torri. Nella parte superiore del camminamento erano posizionate le armi per la difesa. L’edificio era circondato da un ampio fossato. Per queste caratteristiche si può dire che il castello Visconteo di Fontaneto, nel suo genere, era unico nella media valle dell’ Agogna, come avamposto per la difesa del ducato di Milano.

N el sito web realizzato dagli alunni della Scuola Media dedicato al castello, si trova il disegno che mostra come doveva essere il complesso visconteo nel 1636, attorno all’epoca dell’assedio spagnolo.
Esso riproduce un’antica mappa con posizione delle truppe spagnole tra il 5 e l’8 agosto 1636 per riprendere il castello conquistato dai francesi tra il 13 e il 14 giugno. La battaglia causò la distruzione di 142 case del paese.…

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N ella corte, sulla facciata dell’ ala est al di sopra di un pregevole fregio in cotto, lungo il sottogronda, si conserva una sequenza di stemmi gentilizi, tra cui quello dei Visconti, lo stemma del re di Francia e quello della famiglia Trivulzio. Essi furono dipinti in occasione delle nozze tra Galeazzo Maria Visconti e Barbara Trivulzio, figlia del condottiero Gian Giacomo, luogotenente del re di Francia.

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S ulla stessa facciata si può anche ammirare una bella “lobbia” sostenuta da mensoloni di serizzo.
Il simbolo dei Visconti è un biscione coronato che reca in bocca un bambino .
La leggenda narra che è più probabile che il serpente sputi il bambino, piuttosto che i Visconti dimentichino i torti commessi. Inoltre, compare anche il motto visconteo “A bon fin” che significa “A buon fine”.

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