Piazza Matteotti

Luogo di interesse

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Veduta del Castello di Fontaneto ala sud-est

L a piazza è oggi dedicata al noto e coraggioso politico Giacomo Matteotti, nato a Fratta Polesine il 22 maggio 1885, rapito e ucciso a Roma il 10 giugno 1924, dopo che aveva denunciato i brogli e le violenze fasciste in un celebre discorso alla Camera dei Deputati  tenuto il 30 maggio del 1924.
Don Dario Franceschi in una pubblicazione del 1925 ci tramanda la notizia che inizialmente la piazza prendeva il nome dal marchese Rovida, uno dei proprietari del castello. Nell’Ottocento, fu l’illustre famiglia Conelli De Prosperi, residente a Villa Lesa sul Lago Maggiore,  a comprare la proprietà  dei Rovida,  compresa l’ala sud del Castello e i relativi edifici rurali che delimitavano il lato ovest dell’attuale piazza Matteotti. Questi all’epoca erano allestiti come i cascinali con balconi di legno e affreschi devozionali sulla facciata  interna.  Ancora oggi sul prospetto di questa abitazione, all’imbocco di via XXV Aprile, una iscrizione cancellata dal tempo riporta: Piazza Conelli De Prosperi. 

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A ll’inizio del 900 la piazza ospitava meno edifici e il complesso dei palazzi  viscontei vi compariva in tutta la sua maestosità, dando una visuale migliore di come era l’area  occupata dal castello. L’edificio sud  in un documento del 1526 è chiamato “Palazzo Vecchio”, mentre comunemente i fontanetesi del secolo scorso lo denominavano “palazzo rosso” per il colore che ancora si intravede sulla sua facciata.

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O ggi questa ala sud est del complesso, che tra XV e il XVI secolo costituiva il castello Visconteo, emerge tra gli edifici attuali di piazza Matteotti.
La fortezza viscontea risultò fortemente danneggiata durante l’assedio franco-spagnolo durato dal 1636 al 1645, pertanto risulta oggi difficile immaginarla nell’antico splendore, quando l’edificio fortificato doveva ricordare, sebbene in dimensioni ridotte,  la struttura militare del castello sforzesco di Milano, con quattro torri angolari e due torrioni d’ingresso.
Nella seconda metà del Seicento, i proprietari del castello ricostruirono gli edifici danneggiati sotto forma di palazzi signorili, come la porzione che possiamo ammirare da questa prospettiva caratterizzata da ampie finestre e dai giochi  dei trompe-l’oeil. L’interno del palazzo, residenza privata,  ospita quattro sale   affrescate con le decorazioni originarie a tema mitologico, dislocate nei lati sud e sud est, a piano terra e al piano nobile: L’Olimpo, La caduta di Fetonte, la personificazione della Giustizia e una scena identificata con Venere e Anchise.
Altre due stanze al piano nobile e il soffitto dello scalone hanno mantenuto di autentico solo le cornici a stucco, mentre gli affreschi al loro interno sono stati rifatti in un’epoca successiva.

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P roseguendo per via XXV aprile, si può intuire  il perimetro di quello che doveva essere il fossato della fortezza viscontea,  rintracciabile nell’ andamento sinuoso della via:  essa compie una evidente curva in corrispondenza di una delle torri rotonde, nell’angolo sud-ovest del Castello.