La Pietra della Vita

La storia di un culto antico tra sacro e profano


Cultura popolare

News del 27/11/2020

S econdo la tradizione, Sant’Eusebio, vescovo di Vercelli, nell’anno 369 per sfuggire alle persecuzioni in atto, si rifugiò tra queste montagne nascondendo nella nicchia di un masso erratico, una statuetta lignea della Vergine, tutt’ora venerata presso questo antico Santuario.
Dopo la costruzione di un primitivo sacello, nei secoli venne ampliato l’intero complesso fino ad assumere questo monumentale Santuario.
Il masso erratico della tradizione primitiva esiste tutt’ora presso l’angolo nord-ovest della chiesetta.
Ad esso, nel 1690,  venne addossata una cappella in muratura ancora oggi utilizzata, denominata “Cappella del Roc” o “Cappella del Sasso”

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Tra culti pagani e cristiani

M a questo masso è da tempo immemorabile che viene localmente chiamato “Roc dla vita” cioè “Pietra della Vita”.
Questo è un chiaro indizio di un culto naturalistico che esisteva prima dell’avvento della religione cristiana.
A esso ricorrevano le donne quando desideravano avere figli più facilmente. Per fortuna abbiamo testimonianze che descrivono questo rituale nei dettagli: originariamente il rito si compiva entrando nella stretta fenditura del masso, poi girando più volte attorno ad esso e infine battendovi con forza il basso ventre.
Ma quando il masso fu coperto dalla cappelletta (forse anche per ostacolare l’utilizzo di questo rito e culto pagano) le donne trovarono ugualmente il modo di strisciare tra una piccola fenditura lasciata tra il sasso e il muro.
Purtroppo con il passare del tempo, anche questo pertugio è stato ostruito, ma vi sono ancora molti fedeli che si siedono sulla parte sporgente del masso per assicurarsi l’arrivo di un nuovo figlio.

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Origini assai antiche

Q uesta pratica che può sembrare solamente una bizzarra forma di superstizione, ha invece una ben precisa giustificazione e identità culturale.
Secondo una cultura tanto antica che ormai è quasi dimenticata, esisterebbero in natura delle energie che si concentrano lungo delle linee particolari che attraversano dei luoghi specifici.
Le grandi pietre  situate all’incrocio di queste linee in luoghi favorevoli, svolgerebbero la funzione di accumulatori di energia, e il contatto con esse agirebbe da “catalizzatore” delle funzioni vitali.
A questo proposito è interessante notare come l’immagine mariana di Oropa è una madonna Nera, caratteristico simbolo alchemico che dovrebbe contrassegnare i luoghi di particolare valenza, che sono reminescenze di culti precristiani della Grande Madre Terra.

Per traversare una montagna che ci separa da una fertile pianura,
bisogna fare lunghi giri per evitare i precipizi di cui è seminato il cammino

M a in realtà le Pietre della Vita pare fossero due. Anche la seconda, poco fuori dal santuario, è stata in parte nascosta da una cappella. Reca una data alquanto antica: CCCLXIX, che corrisponde al periodo dell’evangelizzazione del biellese. Questa seconda pietra sta a voi cercarla. Il luogo è visibile e facilmente accessibile, ma pochi lo conoscono e quasi nessuno lo visita.

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